372 lesse condurla. Come si sa, il Poggi nello spartito ha pochissima parte; ma ei cantò con passione ed effetto quel famoso Io soffrii, soffrii tortura,, e più ancora la preghiera tra le scene, onde al prigioniero si fe’ a un tratto grazia de’ceppi, ed ei dovette uscir fuori a ringraziare. Il Balzar è quel medesimo nelle vesti di Filippo, che in quelle di Pagano: è un attore che canta con grande espressione; e nel duetto con Beatrice, massime in quel bel passo: Oh! non ti avrei sì perfido Giammai creduto il cor, e altresì nel primo tempo della sua grand’aria: Qui m’accolse oppresso, errante, per questa virtù ebbe applausi meritati e sentiti. Le vesti delle donzelle e gli addobbi medesimi un po’au-tichi mostrano che Beatrice non era sventurata in amore soltanto; eli’era un tantino anche povera !