313 dibilità. Lo stile del libretto è facile e piano <)ual si conveniva al soggetto, ma non senza qualche eleganza. La frase, in alcuni momenti d’affetto, si fa anche nobile e piglia un colore poetico. Del rimanente l’imitazione, anzi il plagio, è sì poco dissimulato, che il poeta non si fa coscienza di adoperare a tal luogo le stesse parole dell’Anelli: Brava, brava mia sorella, che qui si cambia in bricconcella; Collo torlo, boc-n stretta, ecc. Il Don Pasquale diede motivo al Donìzzetti di creare una delle più belle musiche, che mai uscissero dalla feconda sua immaginazione. Al Pregio di molta novità, di non so quale freschezza e soavità di motivi, ella unisce pur quello d’essere acconcia perfettamente al soggetto. È ■1 vero carattere dell’ opera buffa: motivi semplici e spiritosi, vario e vivace lavoro degl’ i-strumenti, che non affogano mai co' loro suoni 1 cantanti. Nell’opera sono non so quanti duetti meno anzi un terzetto, che si getta indi a Poco in quartetto, essa è composta di soli duet-tl! un più bello dell’ altro : sarebbe diffidi lo scegliere. Tutti hanno particolari bellezze, a-‘da-ttate al caso od accidente drammatico rappresentato. La stretta del duetto tra Ernesto e