137 e del grande nelle lettere congiungere i più alti e nobili affetti cittadini, onde a diciott’ anni già entra nella palestra politica, e nelle popolari concioni, orator fortunato e gradito, si fa sugli altri notare; quando a vent’anni co’più chiari ingegni d’Italia si mette a scrivere in un giornale, ch’ha nome così per l’altezza che per la coraggiosa libertà delle politiche discussioni, e solo assume la difesa, prima cagion di tanti odii! del più chiaro poeta allora vivente, ed osa aliare la giovimi voce ed il canto a dar consiglio al possente conquistator dell’Europa ; quando in tutto il resto della sua vita, ne’varii suoi casi, ei ce lo addita fedele e fermo ne’_ge-nerosi sentimenti della sua gioventù, e professar alle lettere un culto quasi d’adorazione; il cuore non può rimaner freddo, e l’uomo è costretto ad appassionarsi e piegare dinanzi a un ingegno sì fuor del comune. Se non che l’ammirazione del Carrer non è cieca; in mezzo a così splendide qualità ei riconosce i traviamenti dell’uomo e dello scrittore, in lui deplorando l’ardente foga delle passioni, le prodigalità, l’infelice rabbia del giuoco, le facili ire e gli amori. Le più splendide prerogative si possono volgere a male senza il severo freno della ragione,