324 sarà meglio compresa, eh’ è quanto dire sar meglio cantata; poiché tra le ordinarie paun della prima sera, e lo straordinario oscuramen tedi voce, talun de’cantanti veramente ha da to in fallo. Vedremo. Come in molti altri casi nel mondo, g abiti han fatto passare il ballo. Si abbarbaglia rono gli occhi con una veramente regale e va ria magnificenza di vesti e decorazioni, ed ei s chiusero sul soggetto. Per verità in esso si fi un gran correre; ma si balla assai poco. Con questo jKuaol di Nangis ci tornò innanzi la cop pia gentile della Polin e del Borrì, ed il pubblico fece loro gran festa. La Polin ricomparve: con la medesima grazia, con la sua stessa leggiadria; ma altresì coi medesimi passi: la geo te diceva a sé stessa : li sappiamo, gli abbiali) a memoria; quindi il loro passo a due non fece questa grande impressione. Il teatro era splen dido e fioritissimo; splendido d’eleganza e ricchezza, di leggiadri sembianti; ma non già dii luce. La lumiera splendeva anzi sì poco, eh parea quasi spenta; pareva il sole quand’il circonda la nebbia. Oh perchè si trassero in cani' po i discorsi delle tariffe, del gas? Infelici tariffe! esse non illuminarono alcuno, e per esst