358 poteva, il terzetto. Quella musica era divenuta un caro bisogno, e se non era il privilegio del signor Ricordi, ella sarebbe su’leggìi di tutti i pianoforti, come i piìi bei motivi sono già sui labbri di tutti. Il signor Ricordi ha un bel difendere il suo privilegio: cento voci glielo usurpano ogni sera per le vie e ti ricantan V Emani di contrabbando. Nè nessun’opera d’ingegno ebbe più meritata fortuna. Questa musica ha non so quale impronta originale, un carattere sì proprio e conveniente al soggetto, che la tremenda creazione di Vittor Hugo non poteva trovar veste più acconcia a produrre quegli effetti di pietà e di terrore ch’egli vide e studiò nella sua mente. Ella aiuta, rafforza le varie situazioni de' dramma; piglia tutta la tinta, direi quasi locale della passione alla quale si mesce, e tocca tutte le corde del sentimento, come la pivi eloquente parola. Ciò è tanto vero, tanto que’ suoni, quelle armoniche combinazioni ti ricercano il cuore, ch’ogni sera nell’istante, in cui il fra' gore di quel corno fatale feriva 1’ orecchio, un sordo fremito di terrore si levava da tutto l’attento e commosso uditorio. Lo spettatore non apparteneva più allora al mondo reale e pre-