316 tanto confuso e imbrogliato, che non so dove pescarle parole. Imperciocché, se si trattasse di trovar solo una barzelletta, tanto l’uomo s’ingegnerebbe, ne caverebbe in un modo o nell’altro le mani; ma egli è che in coscienza si dee manifestare, qual ella sia, la impressione del pubblico. E nel vero, mettetevi un po’ne’piedi di quel meschino che s’ è fatto storico de’ teatri ; •seguitelo, a mo’ d’esempio, quand’egli discende le scale alla fine dello spettacolo, e udrete .in mezzo a qual doppia fila d’ esortazioni, d’intimazioni, ei trapassa: Mi raccomando l’artico- lo — s’intende ; — Fate giustizia — è mio dovere ; — La verità, signore — pur troppo ! — Vi raccomandò, e qui raccomandare ha un certo senso cornea dire,giustiMate, uccidete il maestro, il compositore, che so io? il basso, il tenore, secondo i casi ; senza che fra tutte queste calde raccomandazioni sorga una sola voce amica o pietosa, che vi domandi misericordia, che vi rammenti le incertezze delle ugole, la fallibilità degl’ ingegni, e -v’ esorti a coprire, a sostenere, a difendere. Il pubblico, che s’ annoiò in teatro, vuol avere questa sodisfazione, questo compenso nel giornale; ei non trovò diletto all’opera, al ballo, o al ballo e all’opera insieme;