XVIII. La neve (*). Giovedì 17 dicembre. I vecchi dicevano : non ha più stagioui. Abbiamo freddo d' estate, caldo d’ inverno : la primavera è sparita, od è un sogno, una favola dell’ età, in cui i fiumi correvan di latte, e il mele stillava da’ boschi : la natura è cambiata, e i dotti ne trovavano le cagioni, come le trovano, salvo errore, di tutto. Ma or cesseranno i lamenti de’ vecchi, ed i dotti a-vran torto : ecco un inverno all’ antica, classico, secondo tutte le regole, come s’ usava a’ tempi del padre Adamo, o dei tabarri di scarlattina. La bruma anticipò il solstizio, e Venezia è da tre giorni ravvolta nel candido burnus della neve. Ella è parata compiutamente da inverno : il freddo si sente e si vede, vi punge la pelle e la vista, e ogni uomo ben pensante si stringe amorosamente alla stufa. Chi riconoscerebbe ora Venezia, questa gentil donna della (*) Gazzetta del 19 dicembre 1840.