112 to ciò che non si comprende. Quel valentuomo, il quale, udendo non so quale poesia, esclamava: Sublime! Io non lio capito niente, quel valentuomo era filosofo. L’animo dell’ uditore rapito da un mar di parole, che senza posa l’affaticano e lo trabalzano d’ una in altra idea, d’ una immagine in altra, senza ch’ei giunga a formarsi nessun determinato concetto, ne rimane come balordo e ha uopo di espandersi in alcun segno esteriore o di mano o di voce. Io vidi produrre effetti mirabili da un uomo faceto con la semplice recitazione, variamente intonata dei novanta numeri del lotto, tal che ei ti faceva udire a vicenda e il suon della prece, e quel della collera, ti conduceva dalla minaccia alla più calda dichiarazione d’amore : ei te ne dava l’a-bito, e tu ci mettevi dentro del tuo la persona. Quanti nelle lor dicerie recitano i numeri del lotto ! Il poter delle parole sull’ udito è infinitamente maggiore di quello dei pensieri sull’ a-uiino: concetti elettissimi non fanno spesso nessuna impressione, ne fanno anzi una contraria ; quando invece una schiocchezza colorata, vestita con lo splendido ammanto di non so quali portentose parole, ha potere su certi labbri pri-