276 braccia, eh’ ella soverchio affatica. TI Ferlotti, che pare più acconcio ad esprimer le affettuose, che le gagliarde passioni, comparve assai in questo nuovo suo personaggio, il Conte, e massime in que’ luoghi, come nella cavatina del primo e nell’ aria del secondo, dove più dominano i miti affetti della compassione e dell’ amore. Il Manfredi, che primo ne fece qui conoscere la bella parte di Tamas, non pure non ci lasciò desiderare gli altri attori, che dopo di lui in quella si produssero, ma vinse al paragone sè stesso, poiché, lo dicemmo ancora nella Semiramide, il Manfredi s’a-vanzò di qualche passo nell’ arte. Senza spingere o trasmodare, ei raggingne la'forza del concetto del maestro e nella bellissima cavatina e nella stretta del duetto del-second’ atto, dove, come pure nella preghiera, la Ronzi levò a rumore il teatro. La Slrìmsacchi non è per vero diro un’ Ida di tutta la possibil freschezza per isposa novella ; non è della gioventù della primavera, ma di quella ideal gioventù trovata solamente dal Balzac ; se non che ella figura sì poco, che si può condonar di leggieri questo suo maturo genietto al sig. di Vcrgy. H'pubblico non se ne sconcertò ; ma