165 questo il sig. Sulpizio, ud po’ per genio e un po’ ancora per necessità, poiché il valentuomo a vederlo è più di là che di qua a’ sessant’ anni, va piuttosto all’ anticacia ; e’ non pone tampoco questa gran cura o diligenza alle vesti ; eh’ anzi si noterebbe tra mille alla singolarità di certi suoi cappellacci ; ma gli studii, che con molto suo onore coltiva, noi fecero sì grave o maninconioso, che fugga dal mondo, e molto giocondamente egli usa la vita. La polvere delle librerie non s’ attaccò per nulla a’ suoi panni : è un letterato come a dire alla mano, senza baldanza, giovialon, buon compagno ; dove che entri è sempre in mezzo a una corte d’ amici, n’ ha intorno un mezzo migliaio : quando li tratta sparecchia i caffè e rincara le grasce a’ paesi. Tal quale il sig. Sulpizio si trovava non ha guari a Firenze, in compagnia d’ un dab-ben giovane di sua condizione cerusico. Saggia precauzione ! E’ non si sa che cosa possa in viaggio accadere, ed egli a ogni menomo male, a ogni tattera, aveva intorno il dottore. Com’ essi dunque si furono assai intrattenuti, ed ebbero a pezza condotto in giro la loro ammirazione dalla Laurenziana alla