263 La Schii'.z ha nella nuor’ opera una bella e gran parte : si può dir anzi la sola. Ella l’incomincia e la termina, ed è pur debito di giustizia il confessare che fece 1’ estremo del suo potere e cantò di buon garbo. Il pubblico 1’ applaudì vivamente nell’ allegro della sua aria, che pel canto è forse 1’ idea più felice dello spartito, e nell’ adagio del primo duetto col Ped razzi, Pelagio, Scorre a rivi il sangue ibero Sotto il ferro Musulmano' ec. eh’eli’accompagnò altresì con acconcia espressione. Il Pedrazzi non canta se non in alcuni pezzi concertati, e troppo anche non ci risalta, ’come gran fatto non risalta neppure la Mol-thii, Elvira, quandunque il maestro la favorisse di più d’ un pt>zzo musicale e d’tin'aria. Quanto al Balzar, Gustaano, il più bello della sua parte si ristringe alla parte quarta del dramma, dov’ha Un’affettuosa preghiera con accompagnamento d’ arpa, ed al soprannotato duetto, bello per varietà di tempi e di modi, e dove pure la Schütz fu nuovamente festeggiata e per bella maniera di cauto e per espressione alle parole : Tu sarai rigenerato Benedetto i>i terra ancor.