103 l’abbondanza o il manco de’ beccaficbi si conosce alla varia lunghezza della sua barba. Ora egli accadde che in un giorno di questi tali passaggi fosse fiera in una terra al suo paesello vicina, ond’ egli, tratto a forza dal suo uccellatolo da un certo gentile Lombardo, suo compare ed uomo molto quieto e posato, ma anche più burlone e sollazzevole, con lui si mosse a quel sito a goderci suo malgrado le feste, bello già il mento di tutto il suo onore da ben dieci giorni non tocco. Come apparia quella barba, quando si vedeva per la via quella negrezza, le donne un po’ sconcertate si tiravan da banda, e i putti fuggivan piangendo per la paura. Ed egli ciò non per tanto del suo fatto sicuro, come 1’ uomo che avesse la coscienza o il mento più netto, entrava in quella terra; quando gli si fa innanzi una persona compita, che in atto riverente ed onesto lo saluta, e gli si profferisce ad ogni comando, come colui che seco avesse già debito di servitù. Il barbuto tutt’ammirato di sì liete, e, coni’ egli pensava, non meritate accoglienze, si profonde aneli’ e-gli in convenevoli e inchini, ed arriva infine a conoscere, che colui eh’ egli credeva il pubblico rappresentante della ospitalità della terra.