140 li p.jrò quanto mutaron lè idée e diversa è la stima che si fa delle cose ! Un tempo il geloso furore armava la mano ai tremendi mariti ; la virtù i delle belle avev’uopo di serraglio e sbaragli, si difendeva con fosse e castelli ; ora le belle si difendon da sè ; i mariti non ispargon più sangue, al più, al più dispensano lividure, aspettando, poni caso, a pie’delle scale i furtivi amatori, e ammaccando loro, così un tantino a ino’ d’ avvertenza, le spalle. La lezione ò men sanguinosa, ma assai più profittevole ; imperciocché uu amante ucciso o ferito può turbare ancora qualche iufer-ina o fervida immaginazione ; ma qual sì potente illusione resisterebbe a’colpi d’un ba-slon ben sonato ? Uh rivale battuto non è più pericoloso : coma 1’ anello d’Angelica, il bastone rompo l’incanto, c le belle sdegnerebbero un amatore, di cui il inondo potesse dire: egli è un sacco dà lotte. L’ uubaaità ■ e la gentilezza eh’ erano privilegio di certe classi, sono prerogative del-1’ universo : la civil società che rendeva l’immagine d’ un mar scompigliato, eh’ha sì varia e disuguale la faccia, s’è fatta nella sua superficie, mi si consenta la frase, liscia e le-- «