95 all’ ora che parlo. II certo è che a lei ai concedono medaglie e altri onori, che le ai decretano premii e ricompenae, ed ha statistici laureati, come v’erano laureati poeti, a’ tempi in cui era in pregio la poesia, ed ogni uomo, com’ ora, non nasceva poeta. Ma a che coaa mai può servire tutto quest’ ammasso di cifre e di numeri ? E non è egli uopo ch’ogni uomo sia prodigiosamente disoccupato per occupar tanto tempo, e mettere sì grand’ importanza in computi sterili e fastidiosi ? Oh la bella faccenda quando la città o la provincia sapranno che mangiano ogni anno tanti milioni di libre di pane, che rappresentano tante migliaia di milioni di grani! Avremo noi le gambe meglio fatte, quando gli statistici ci avranno insegnato, che abbiamo mangiato quest’ anno1 tanti melloni di meno dell’anno passato? Ci perderemo qualche boccone per questo, quando aapremo quanti polli furono posti nel 1840 allo spiedo ? Ciò che ci fa anche più atrabiliare è la gravità di queT personaggi che sommano e moltiplicano con tale importanza, come se si trattasse d’ un’ opera veramente d’ingegno. Il bel