203 VII. Due ingegnosi lavori (*). Mentr’io di buon animo lasciai al mio amico Zanotto l’onorevole impiccio di dibattersi coi professori sul merito dei lavori prodotti alla pubblica mostra della nostr’ Accademia di Belle Arti, impiccio eh’ ei si prende ogni anno con un certo riposo, io mi son riserbato quest’ unico cantuccio per isperdervi anch’ io due parole. Ho fatto come il buon padrone di casa, che a meglio onorare un ospite gentile, si ritrae e gli cede il miglior luogo di quella. Il Zanotto ebbe i grandi e piccoli concorsi; i quadri, le tavole d’altare, i ritratti, il paese passarono o passeranno sotto la dotta rassegna, io ritirato dal campo in onesta e volontaria riforma, m’arresterò solamente dinanzi a due ingegnosi lavori, che trovarono grazia presso ogni intelligente osservatore. L’uno si vedeva nella prima sala palladiana e rappresentava a chiaroscuro la veduta d’una piazza, della (*) Gazzetta del 27 agosto 1840.