308 . . ' pure in modo da lasciar poco o nulla a deside-re. E qui ed altrove il suono dell’ orchestra non vince quel delle voci: ma il canto è lasciato acconciamente scoperto ; si sente, si gusta, e scusa ne’ cantanti le grida. Nello stesso mirabil crescendo, che principia il final di quest’ atto, quello sfoggio d’ armonie e di fragori, con cui la teatral convenzione vuol che si chiudano i finali, è in misura s'i ragionevole e onesta, che le orecchie non se ne offendono, e non se ne perde nel fracasso il diletto. Più mirabile ancora per filosofia d’ arte e di sentimento è tutto il terz’ atto, con quello stupendo lavoro d’orchestra, che ti parla non pure al cuore ma quasi all’ immaginazione, così significativi sono tutti i suoi movimenti! Come ne’ varii luoghi accennammo, il Donzelli, la Strepponi, il Caslellan ed anche il Ferri, Jago, il Bolli-celli, Elmirò, cantarono acconciamente, e fecero risplendere le molte bellezze di questo classico musicale poema; con tanta najggìor lode della Strepponi, che, nuova nella parte di De-sdemona, nuova non parve a’ molti ammiratori di lei nè nella famosa aria Ali se il padre m’abbandona, nè nella romanza, nelle quali ella aveva pure contro di sè sì vive e non lontane