184 • il sonetto : Or che l’aura mia dolce altrove spira; più tardi vagheggiò la bella Sanvitale, contessa di Scandiano, e la non men bella contessa di Sala sua matrigna, per cui anzi ebbe n farsi nemico il Guarini, che egualmente le corteggiava. Da ultimo offerse l’omaggio deì-l’amor suo c cle’suoi versi alla duchessa d’Urbino, sorella della principessa Eleonora. De’suoi amori con questa non ha alcuna traccia nelle sue opere; anzi tanto egli era lontano dall’essere di lei invaghito, od ella di lui, che aveva lei scelta a secretaria e consigliera negli amorosi suoi casi, e per conforto di lei medesima illustrò le canzoni che il Pigna aveva scritte in lode della Bendidio da lui pure amata, e sostenne in onore di lei dinanzi all’Accademia ferrarese cinquanta conclusioni amorose: ingegnoso artifizio di cui si valse ad addormentar l’ire del suo possente rivale, e a farsi meno ingrata la bella, ch’ei temeva di perdere. E tal fu la fiamma, onde Torquato arse per costei, che nè il tempo che tutto sparge d’obblio, nè le sventure che gli animi nostri e con essi fiaccano le nostre cure, non bastarono a spegnerla; sicché fino vent’anni dopo, cioè nel 1588, volle di lei far viva la memoria, cliia-