141 ¡jnorì. Egli è questo un innocente trovato di que’ caffettieri, eh’ hanno il doppio uffizio di tubatori e garzoni, i quali a quel modo si prof-ferano a’ vostri servigi, e a farvi onesta violenza e obbligarvi 1’ animo anche più, si mostrano già in atto di servirvi e v’ apparecchian le sedie. Ma voi non ne avete uopo e rifiutate le offerte; non importa; e’non perdon coraggio per poco, e già v’ inseguono, vi guadagnano il passo, vi sforzano con la loro canzone, tanto che a liberarvi di quella noia, di quel fastidio, avete o a far getto del libero arbitrio e sedere e ristorarvi a lor posta, o a conquistarvi con forza d’argomenti e parole il passaggio. Talora con egual garbo ed eguale disinvoltura e’ si cacciano fra due o più persone, che passeggiano insieme ristrette, o si stanno, e ne interrompono i secreti colloquii ; entrano in mezzo a’ discorsi, nè badano d’ essere presentati ; ei si presentan da sè, ed ogni passeggiero è per loro un conoscente, un padrone. Quando 1’ ora si fa tarda e la gente, di mano in mano più rada, alfin si dilegua, allora ei mutano metro, e fermi ed immobili dinauzi alla fila delle lor sedie, confidano, in difetto d’ altri uditori, agli echi del Palazzo Ducale, ed alle sentinelle della Gran