371 musiche balorde che ognun sa a memoria prima ancora eh’escano dal pensier de’ maestri: maestri di fava! L’opera seria richiede troppi gran mezzi, e tale attore che sarebbe un pessimo Assur o Belisario, farebbe forse decente còm parsa negli abiti di ser Marc’Antonio, o Taddeo. La natura assegnò a ognuno il suo posto; voi gli scambiate, li confondete; date a Tersite l’arme convenienti ad Achille, ed un povero attore, maschio o femmina, a cui l’avara natura avrà negato ogni dono il più. comune, la cui voce stonata e sepolcrale, il volto mansueto e meleuso sarebbero appena tollerabili nel civile consorzio, nò troverebbero la più leggiera simpatia in nessuno, è condannato ad affrontare il cospetto e il giudizio del pubblico nelle parti del bello più ideale, nelle parti, in cui prima s’ u-dirono la Pasta, l’Ungher, il Donzelli, il Ronconi. Ora è ella meraviglia se quest’opere vanno a dirotto e falliscono? Meraviglia sarebbe.il contrario; perchè infine il pubblico di Venezia non è quello di Ripafratta o di Forlimpopoli, e a lui si fa torto presentandogli uno spettacolo di sotto alla propria cultura. Intanto, finché non risorga il dominio del-