91 per dar qualche buona rammanzina. Non si conoscono maggiori burberi, senz’ esser per nulla benefici, del Simoenta e dello Scamandro. Dal lato della stizza, i fiumi moderni non degenerarono o dirazzarono, come direbbe un celebre scrittor di romanzi e di Storie universali, dagli antichi. Le maggiori disgrazie che affliggono la povera umanità, sono prodotte da loro: lasciamo gli argini, chV rompono e portano via ne’ loro furori, le campagne allagate, la propotenza con cui in certi paesi par che vogliano spingere fra le nuvele il loro letto, e vincere i tetti in altezza; lasciamo tutti questi flagelli, ed altri, che si potrebbero accennare, ma a quali sciagure non danno i fiumi cagione, suscitando guerre continue? Oh che noti possono i fiumi esser arsi ! Si osservi p. e. il Reno: da secoli ei costò sempre un numero incalcolabile d’ uomini e di milioni a’ popoli che senza quel fiume malvagio passerebbero la vita loro ad amarsi e stimarsi. Luigi XIV passò il Reno, il che ci valse, esclama un critico mordace, un’ ode di Boileau ; Napoleone lo passa, ed è cagione della ritirata di Mosca. Ecco due grandi sciagure, che non sarebbero intervenute senza quel po’ d’acqua che