187 quanto egli era, ma si a quella prepotente malinconiai, cui egli soggiacque più, di tutti gli altri uomini e che lo rendeva torbido e inquieto, la quale scusa per verità non sappiamo quanto possa valere. Mentre dunque il Tasso trovavasi in tali disposizioni dell’animo, cercando cagioni e fiuo pretesti a sciorsi da’servigii del Duca e mutar cielo, Scipione Gonzaga gli propose d’acconciarsi co’ Medici. Troppo lungo sarebbe il seguire Fautore in tutte le pruove e i documenti, ch’ei reca in mezzo a comprovare il trattato, elalunga pratica indi seguita, e ch’egli deduce dalle lettere del Tasso medesimo, e dalle opere d’autori contemporanei o posteriori che hanno scritto di lui. Da questi documenti però si raccoglie in quali continue perplessità ed angosce il misero Tasso vivesse, che voleva in un tempo e disvoleva, e sul punto di risolvere e torsi di Ferrara, mutava consiglio e non sapeva venire in nessuna determinazione, vinto da’sempre nuovi favori, con cui il Duca faceva forza al suo animo. Questa irresoluzione, il timore che del continuo lo tormentava non trapelasse, alfine il secreto di quel maneggio, e da ultimo il dubbio e poi la certezza che, a perderlo nel