42 del male vantaggia quella del bene, uopo è pure conchiudere che poi che operando si fanno iu generale di male cose, tenendosi chiotto si risica farne di buone ; il che noi riassumiamo in questo proverbio, che preghiamo la saggezza delle nazioni d’ abbracciare : chi non fa, fa bene. E per discendere a’ particolari, quanto più spesso nella vita comune e’ non v’ accade d’udir la gente scolparsi, anzi che tenersi buono d’ un atto qualunque 1 Da tutte le parti potete sentir questo : Perdoni ; non c’ entro ; oppure : Io sono neutrale ; non ne vo’ sapere, ne sono alieno, e cose simili. Nella stessa sfera un po’ turbolenta delle lettere, quanti non si tolgon di dosso la malleveria di questo o quel fatto o misfatto ! « Pregiatissimo signor Compilatore, la mi permetta eh’ io mi valga dell’ organo del suo giornale, per far noto al pubblico eh’ io non ebbi parte in tale opera, in tal giornale, ecc. ecc. » E nel vero è chiarissimo che quando operando si fa male, il non operare è più in sè meritorio, e più gradevole agli altri. Un virtuoso che volge il suo istrumento nell’ istru-mento del nostro supplizio ; un cantante che