381 il commiato da noi. Ed a buon dritto, chè qui, quand’ altrove appena si mormorava ancora, il suo nome cominciò a levare quel suono che destò poscia sì grand’ eco in tutta l’Italia. E l’Ungher s’ispirò veramente nell’ occasione, e cantò la cavatina del Belisario e le ultime scene del Giuramento col Basadonna, con tale efficacia e di canto e d’azione, che la critica non può domandare di più. Gli applausi furono universali, immensi e ripetuti, e commossero dapprima così l’attrice, che se ne vedeva sul volto e negli occhi l’interno conflitto, è ciò non pertanto ella trovò nel suo sentimento, e nel sommo suo ingegno tanta forza, che mai non parve più grande; di che tanto maggiore è il desiderio che di sè lasciò con quest’ultima rappresentazione. Chi raccoglierà ora lo scettro die la grande attrice abbandona? Una seconda novità musicale fu la comparsa della Vestale, nuov’opera del Mercadante, che si produsse qui per la prima volta sabato sera nel teatro Gallo in S. Benedetto. In questa composizione, come in tutte le altre dell’ e-gregio maestro, là parte che più domina è quella dell’armonia, ed ella si distingue principalmente per l’ingegnoso artifizio di molti