52 Non potendo cavar dalla natura nè cappa uè mantello, e vedendosi per lei confusi col più meschino del volgo, che han fatto i ricchi ? E’ fecero le fiche alla-natura, la rinegarono, e persino, o insensati ! s’industriarono di combatterla. Con ogni sorta d’ingegni e di sutterfu-gii son giunti a non aver freddo l’inverno, a fuggir il caldo la state, eh’ è quanto a dire distrussero le stagioni, che sono tutte eguali per loro. Hanno fatto dell’ oro ciò che Luigi XIV aveva fatto della gloria. Per lui 1’ estate non ha fuoco, non ha ghiacci l’inverno, diceva un poeta del suo tempo. Non mi fido nè meno che i ricchi conoscano le sensazioni del freddo e del caldo, giacché per godere dell’ uno, convien aver sofferto dell’ altro ; e secondo scrisse Diderot : Cornine il ne se las-sent jamais, ils ne se delassent jamais. Io non comprendo questo desiderio d’ accumulare, questi furori di possedere, queste ambizioni avare. Ciò che dà il danaro non varrà giammai ciò che dispensa Iddio. I ricchi hanno cuochi, e mense sontuose ; noi abbiamo l’appetito, e che buon appetito ! il quale avanza tutti i Luraschi del mondo e tutti i raffinamenti dell’ arte culinaria.