•273 i attore ogni sera, così ogni sera è vario e diverso e meravigliosamente s’ acconcia negli abiti, nel discorso, ne’ gesti alla sua parte. Sia eh’egP imiti l’artigiano di Parigi, sia che con Bichonrteau si cacci non invitato a un festino del gran mondo, sia che rappresenti il povero sartore Lefevre, il gibboso scritturai del notaio, Tinvali.do.Mathias,egli è sempre nuovo, grazioso,. e muove al riso solo al vederle. Il Josse rappresenta pure alcune parti serie e affettuose; ma come è del Doligny, co’suoi scherzi e’ lascia pure il suo brio : la sua azione nel dramma è .poco viva, non ha nessun tratto veramente fine o ingegnoso. Clermont ci lascia desiderare il Modena e il Palare Jacques il Doligny Jeune. Peropposito nelle parti facete e’si lascia andar di soverchio all’ impeto, alla foga de’suoi scherzi; con altre parole, ei spesso trasmoda. Calata la teuda, la finta rappresentazione sparisce, spariscono i personaggi, si torna nel vero e rimangon gli attori. Quando dunque M.r le clerc Rigaudiìi, finita la commedia, si fa corre fuor del sipario danzando e si volge indietro come sorpreso, e picchia sulla tela perchè gli si apra, rientrando da ultimo pel buco del suggeritore, certo gli spettatori, tocchi da VII )«