251 re al maestro, e si dee assai bene augurar del suo ingegno. La Schiltz, come nel dramma, fu sulla scena regina : ella a tutti sovrasta. L’ attrice s’immedesimò nel suo personaggio, di cui acconciamente significò tutte le varie passioni, quaudo affettuosa ed incerta, quando sdegnata e furente, or combattuta dall’ amore, ora dal-1’ odio, e dal pentimento. Il pubblico applaudì al suo cauto nella cavatiua, ed all’ azione ne’ due finali; l’applaudì col Pedrazzi nel duetto del second’atto. La Moltini ed il Dahar ebbero, ma più nella prima, che nella seconda sera, loro applausi pur eglino ; ed è inutile il dire, che il maestro, prima solo più volte, e poi con gli attori, fu domandato dopo i due finali sul palco. Il terz’ atto, fuor che in un coro e nel duettino accennato, passò con qualche languore. Come il poeta e il maestro, anche gl’ impresarii ebbero tutta la loro predilezione per Maria : non guardarono a spesa, e 1’ arredarono da regina. Quattro magnifiche vesti 1 Negli altri vollero però osservata una certa distanza ; li contennero tutti ne’ loro gradi, anzi un po’ di sotto a’ lor gradi. Abbondaro-