193 vità che però non lo difende dal cadere talora, e fin troppo spesso, in qualche umana debolezza, e professa le lettere con la dignità e religione d’un sacerdozio. Si può forse non amarlo, non si può non ¡stimarlo. Taluno avrebbe per avventura desiderato che Giovanni si fosse risparmiate certe troppo intime confessioni in argomenti per vero dire così delicati, che a coprirne il senso riposto non è velo sufficiente la maggior onestà e castità della parola, benché debba pur dirsi che l’effetto ne sia in qualche guisa rintuzzato dalla severità delle osservazioni, con cui le accompagDa, e dal pentimento onde il fatto è sempre seguito. Da poi che i due principali attori si son rivelati, la favola perde un po’, se così vuoisi, nell’allettamento, per la semplicità forse soverchia del nodo, e dello scioglimento. Se non che quella importanza che non le deriva dal fatto, eli’ acquista da’pregii della sposizione; poiché il raconto dà motivo, o 1’ autor se lo crea, a molto sottili indagini sulle passioni, sull’uomo nelle varie sue relazioni, sul bello studiato nelle arti e nelle lettere, dove l’autore fa pruova di così sicuro e profondo giudizio; trova pen- VII 13