389 che da bombarde ch’ora i maestri c’impongono, e con cui ci hanno guasti gli orecchi, onde più non siamo fatti alle prime e vere bellezze sensibili; nella guisa medesima, che chi indura e riarde il palato co’sughi più frizzanti ha per insipide le men forti, ma pur soavi bevande. Senza che, i buffi qui non hanno quella bella e varia parte, che nell’ altro spettacolo, e il Cambiaggio in relazione alla sua grand’ arte ne ha pochissima, e sempre uniforme. Non rimane se non la parte dell’ esecuzione, la quale fu in ogni punto lodevole. Il bel coro del prim’atto, il finale, il famoso duetto de’ due buffi, furono egregiamente cantati, ma pei motivi già addotti non con grand’ effetto. Ebbe applausi il Montresor in un’ aria da lui aggiunta nel second’ atto, e molti n’ ebbe la Brambilla, Te-resina, nella parte di Elisa. La giovine attrice canta di buon gusto, con bel metodo ; ha voce fresca, intonata, pieghevole, e nelle difficili variazioni del primo, e nel bel rondò aggiunto al nuovo spartito, fece mostra di molta arte e di una certa ingenua grazia di canto, che le vinse ogni voto.