323 sione egli ha fatto. Belisario ! Templario ! le parole si convengono perfettamente, formano rima, e i due spettacoli una bella pariglia. L’ uno val 1’ altro, e tutti e due insieme non varrebbero la briga che se ne parlasse, se non fosse per tener il pubblico al fatto delle nostre teatrali peripezie. Belisario cieco ha fatto dunque di queste sere gli onori della scena, e fu sostenuto con qualche drammatico valore dal Ronconi, che e nel sogno del prim’ atto, e nel duetto del secondo, per sua parte ebbe qualche meritato applauso. Nel rimanente, per valermi della bella frase d’un mio confratello di Milano, le mani del pubblico furono lasciate in riposo. La parte d’ Alamiro ò sostenuta da un nuovo tenore, il Corelli, quella d' Antonina, la parte scritta per 1’ Unglier, dalla Derancovrt, quella di Irene dalla Olivier; gli attori fanno quello che possono, e il pubblico li lascia fare e sta a casa, ragione per cui il teatro è piuttosto freddo, così nel sènso proprio che nel figurato. Martedì lo spettacolo fu piacevolmente variatola un nuovo passo a due della Groll, in sembianza di Flora, e del Rosali, di Zeffiro con le ali, a’quali s’uniscono a quando a quan-