nra d’ una in altra decina; sì che non ne rimarranno al secolo più che sei ad esser compiuto. Kccone dunque quattro già passate, perdute, «he non contano più, almeno per que: che ci vivono, e in queste quattro lunghe decine, in cui altri ebbe tempo di nascere e quasi d’invecchiare, che cosa s’è fatto pel bene della umanità? Qual passo ha dato ella innanzi? Qual passo ? Grandissimo. Vive ella forse di più, o sente meno i suoi mali ? Ella non vive, ma corre di più; è soggetta a’ medesimi mali, ma ella trovò le strade di ferro e le costituzioni, i congressi scientifici, e la pittura co’ raggi del sole, e la felicità passeggia in 'paletot sulla terra. Certo il progresso è evidente. I mucini hanno aperto gli occhi; i cordovani sono rimasti in Levante, o piuttosto hanno lasciato anche il Levante, e il più rozzo contadino potrebbe ora rendere al padrone le sue ragioni in iscritto, il che non vuole già dire che sapesse renderle meglio 0 più onestamente: i parrucchieri, gli arrotini, 1 fornai, i ciabattieri sono poeti; vi sono fino facchini giornalisti e giornalisti facchini, il che sia detto con tutto rispetto a questa benemerita classe, a cui ho l’onore di appartenere. Chi non ciede all’ utilità di tutti questi progressi, non