85 men grave o noioia la mia catena ; per lei più mi giova e m* è cara la solitudine della chiusa mia stanza, che il popolare tumulto della Riva o della Piazza. Ed oh di quanta dolcezza ella m’innonda ! Come 1’ aura a me intorno si fa più lene e più mite al suo fiato, si rinfrancano, invigoriscon gli spiriti, ond’ io, preso da cara vaghezza, m’ alzo sovente e 1’ abbraccio. Queste cose per ordinario si tacciono ; col progresso, il senso morale dei popoli s’ è fatto così dilicato e severo, che d’ un niente s’ offende. Or si fa, non si dice ; 1’ amore ha uopo del mistero e dell’ ombra ; va col cappello sul ciglio, e tutto ravvolto nel mantel fino al naso ; ma il mio amore è sì innocente, sì puro, che, se non all’ aria aperta, ben può mostrarsi all’ occhio del sole, ed affrontar la pubblica luce. A vent’ anni, quand’ ogni uomo è poeta, ne avrei fatto uno o più sonetti : or che i ven-t’anni sono passati, ed ho per cetra il giornale, 1’ amor mio si spande in articoli. E se ha aleun che m’ accusi, venga e la vegga. Vegga com’ ella ò uscita bella e perfetta dalle mani del suo fattore ; come svelte e ben proporzionate son le sue forme ; largo e nobile il fianco ; come ritta si estolle sulle