190 ping'e ben cede da prima alla natia debolezza, a’ mali esempi, ed alle sventure che la circondano e la strascinano ; ma sorge appresso dall’abbiezione, bella della vittoria sopra sè stessa e purificata nel pentimento. La favola è quanto mai semplice, naturale, e il diletto più che dalla varietà o singolarità dei casi esce dalle bellezze dello stile, e dalla passione, che lo colora e lo scalda. Maria, povera orfanella, corsa di nazione, ina allevata in Toscana, è tratta a Parigi dalle perfide lusinghe d’una donna senza cuore e' senza vergogna, che su lei aveva formato i più colpevoli e avari disegni. Quivi ammaestrata a infame scuola di disonestà e seduzione, ella perde in breve il bel candore dell’animo e si dà in balia, senz’amore, ad un uomo, per pagare col suo disonore il prezzo delle fatali carezze, onde colei aveva soggiogato il riconoscente cuor suo : deplorabile traviamento orni« a male si volse quello stesso generoso sentire, che nelle più elette nature non s’arresta dinanzi a nessun sacrifizio ! Tradita e abbandonata da colui in chi aveva posta tutta la fede, e quando appunto cominciava ad amarlo, ella ritragga un tratto il piede d-il inni passo, in