43 agrario coinè la Jugoslavia, erano il segno rivelatore «li un disagio morale profondo, che d’altronde »’era già appalesato qualche mese prima con le elezioni a forte maggioranza comunista in ben 113 comuni fra cui i maggiori di Zagabria e di Belgrado. I resultati di queste elezioni non potevano che preoccupare il gabinetto Vesnic; infatti egli prese il provvedimento di sciogliere il Partito comunista e ciò fece il 29 dicembre e cosi pure ne fece occupare le sedi e sospendere tutti i giornali. A questo atto, invero arbitrario, ma dal quale dipendeva forse la vita stessa dello Stato, i Comunisti risposero con l’assassinio del Ministro dell'interno, Draskovic. che alla Costituente aveva energicamente difeso il suo operato e con un attentato alla vita del Principe Reggente. A queste azioni il Ve-nic rispondeva con l'introduzione della Polizia di Stato in tutte le città e con la compilazione di una legge speciale per la difesa dello Stato sulla quale sarà necessario più tardi ch’io torni. Tolse altresì l'immunità parlamentare ai deputati comunisti. In questi suoi atti il Vesnic ebbe consigliere e sostenitore convinto il Pasié, mentre da lui si distaccò il Protic che credeva questi atti dannosi alla unità morale dello Stato e alla sua consistenza in questo periodo delicatissimo (1). (li Mila* Hotrtn». U Cotiiiunun dr t idovdan. Greoobr«, ptf. 143 e »pfoenti.