ciò non fu delitto il seguire con tali scorte questa narrazione a Nar-sete ingiuriosa, prima che la critica moderna la rigettasse. 67. Siccome a questi confini del Nord-Ovest d’Europa sono varie indicazioni di Luoghi, ed Isole, le quali meritano seria attenzione, cosi tanto più volontieri entriamo a favellarne, quanto che maggiore ne risulterà il merito della nostra Mappa, e la gloria de’ Veneti Navigatori, che in que’dianzi sconosciuti climi penetrarono. Veggiamo le isole de’Santi, e di Rustene all’ estremità occidentale della Norvegia. Queste ci sono note mercè il viaggio del celebre Pietro Quirino Patrizio Veneto nel 1431., il quale come indica lo stesso Fra Mauro, num. i3., scorse quelle coste. Nel Voi. II. del Ramusio leggesi la storia autografa di tal navigazione, dalla quale si rileva, che partitosi esso Querini nell’anno suaccennato da Can-dia per la via di Ponente, ed agitata poscia la sua Nave da furiose tempeste, andò errando alle coste della Norvegia; anzi Cristoforo Fioravante descrivendo lo stesso viaggio del Querini, cui era compagno, dice d’ essere arrivati fino a Rustene, e tra le altre cose riflette: quivi da 20. Novembre fino ai 20. Febrajo la notte si mantiene et dura circa hore 21. 0 più, non ascondendosi pero mai la luna del tutto-o almeno i suoi raggi, et da 20. Maggio fino -alli 20. Agosto sempre si vede 0 .tutto il sole o i suoi raggi non mancano; la qual durazione di giorno corrisponde ai climi di mesi, oltre il circolo Polare, e Ortelio infatti pone le predette Isole a 73° di latitudine, e 4° di longitudine, il che si accorda colla massima durata del giorno, c della notte di sopra espressa, la quale nella tavola più esatta dei climi a quella latitudine assegnasi di circa mesi tre. 68. Leggesi poi nelle due citate relazioni dello stesso viaggio Qui-rini, che que’Paesi erano sotto il Re di Dacia, col qual nome intender si dee quello di Danimarca, siccome pure il Negri nella sua Geografia, Comment. V., e Blaeu nel suo Atlante T. I., la chiama-* no, ed è la Cimbrica Chersoneso degli antichi. Quindi non erra il nostro Cosmografo pigliando egli pure la Danimarca per Dacia, la qual però non deesi confondere colla vera Dacia all’ Oriente della Germania, anzi dai Greci popoli di questa, Daci, o Danai, fu quella abitata, e perciò essa pure Dacia, o Dania fu detta. Siccome poi allora assai poco era nota la Danimarca, cosi accenna Fra Mauro, num. 14-5 esser dessa, parte in terra ferma, cioè confinante coll A-lemagna bassa, e parte in isola: ma la prima non è marcata, bensì