Ovest europeo all5 Est asiatico senza verun continente di mezzo. Or io soggiungo: non è forse egualmente, od anzi più probabile, che anche il Behaim per norma del suo Globo abbia osservato il Planisfero di Fra Mauro, del quale era soltanto una conferma la Carta del Toscanelli? Cresce poi la forza se si consideri, che tal Carta esprimeva solo le coste d’ Occidente dall’Irlanda fino alla Guinea, e le relative d’Oriente, alle quali dovea drizzarsi il viaggio; laddove il Globo del Behaim comprende tutto l’allor cognito Mondo dietro le tracce di Tolomeo, Marco Polo, e Mandeville, le quali con altre più recenti furono espresse da Fra Mauro nel suo Mappamondo fin dal 1459. Ecco perciò portato al massimo grado di ve-risimiglianza, che al Colombo, al Calzadiglia, al Behaim abbia giovato il lavoro di Fra Mauro in Portogallo. Che se supporre si voglia, come a buon dritto si potrebbe, che la copia del nostro Planisfero fatta da Pittori Fiorentini, sia stata eseguita pria del 1474 ’ come al num. i33., non tarderesti, cred’io, ad arguire, che il Toscanelli stesso probabilmente siasene valso per la riferita sua Carta al Colombo diretta, sapendosi quant’ egli fosse avido di notizie geografiche, massime dell’Asia, come apparisce dalle sue Lettere teste indicate, e come osserva il Ximenes nel Gnomone Fiorentino, Introduzione P. II. 124. Ma torniamo all’Africa. Bimane adesso a di lei compimento, che qualche linea almeno si verghi sulle Isole ad essa spettanti, e nel Planisfero nostro notate. Ad Oriente quasi in linea dello stretto di Gibilterra appajono le due isole di Madera, e Porto Santo. La prima forse è l’antica Cerne Atlantica, e 1’ Aprositos, od Ombrio-ne 1’ altra, scoperte verso il 1420. da Giovanni Gonsalvo, e Tristano. Vogliono però alcuni, che Orlando Macham sia stato il primo a trovar Madera spintovi da tempesta nel 1344. Al Sud di queste sono le Fortunate antiche, ora Canarie, distinte col vero lor numero di sette, e colla loro denominazione, come dalle navigazioni del principio del Secolo XV. furono annunziate, eccettuata la Teueriffa, che vi si chiama isola dell’Inferno, num. 40., forse a cagione del molto zolfo che vi si trova massiine al famoso suo Pico, che lunga stagione si credette il più alto monte del Globo, e che essere stato altra volta un Vulcano ardente ben apparisce anche dal cratere, che nella sua cima si scorge. Poscia più al Sud si riscontrano alcune piccole Isolette, quasi rimpetto a capo Verde,