A fianco d'una delle dreadnoughtll s'alzava una colossale gru galleggiante mossa da innume­revoli congegni e animata d'uomini muti. La nave protendea verso il cielo i suoi due alberi altissimi, triplici sino alla coffa e tali da formare con easa due fantastici tripodi fumanti per le sottostanti ciminiere, poderose e massicce come torri spe­ronate d'un castello antico. E intanto rabbiosa, flagellante, s'abbatteva sull'orClegno immane e sui fianchi della corazzata, una pioggerella fredda e minuta portata a raffiche dal vento mattinale. Una immobilità minacciosa era in tutte le cose. Intorno alle popolate acque la Città pareva pro­IItrata. Priva d'azzurro e di sole, non era più nel­l'aspetto la sirena allettatrice che i poeti dell'età augustea cantarono, non il miserabile borgo di tempi poco lontani: ma sembrava un bastione ferrigno e rupestre sagomato in dure linee di guerra. Ed questo l'aspetto che manterrà nel futuro. anche se i giorni saranno radiosi, ed al Novem­bre succeaeranno le primavere sorridenti. Oramai il destino ai Taranto è segnato. La bellezza guer­riera che è nel suo mitico presente, sarà la realtà del domani. quando tutte queste squadre che nei suoi mari si raccolgono. battuto il nemico e con­quistato l'Adriatico alla patria. faranno di essa la base per la nuova siR"Dona dell'Oriente. il grande Arsenale d'oltremare. Ne potrà avvenire. allora. che voci si levino Diù a contrast re la sua missione e a con. anDAr la sua vita. L'Italia si sta EOlll!iando na n o a anima: e sarà questa che re olerà nel \empo im­ · un·