tezza r autenticità, e l’inalterata conservazione di tal Planisfero. E quando pur si ammettesse, che d’ altrui mano siasi altresì servito Fra Mauro nel lungo difficile lavoro, come per quello che compose ad istanza d’ Alfonso V., adoperò tra altri non pochi per amanuense Andrea Bianco, num. 53., nulla vi fu posto, o delineato, che dall’Autore non sia stato prescritto, o permesso, siccome nulla certamente che posteriore gli sia. Perciò anche in tal parte offre il Ramusio nuovo argomento di non aver esaminato il nostro Mappamondo, molto più che il supposto guasto nell’ ommissione di gradi, e misure, lo avrebbe riconosciuto per una conseguenza dello scopo propostosi da Fra Mauro di formare una, non già rigorosa, e matematica, ma libera, e pittoresca rappresentazione del cognito Mondo, come a chiare note ei si spiega ne’ numeri j., e 7., e si vegga eziandio il num. 59., ove di tal suo divisamento la ragionevolezza si discoprì. Si volea forse che le Carte Cataine del Secolo XIII., non solo avessero somministrato tutte le notizie di universal geografia, preziose, e nuove alla colta Europa nel Secolo XV., ma anche le analoghe misure, e proporzioni verificate appena nel Secolo XVIII.? Lo stesso Ramusio, ivi in fine, non conosce 1’ uso dei gradi nelle Carte Orientali, e quando ai Chinesi lo nega anche oggidì Lord Macartney, Voyage Tom. 3., c. 2. Come poteansi dunque copiare? Qual delitto era l’ommetterli? Quanto poi alle descrizioni d’uomini, e di animali, e d’ altre così dette sciocchezze, che si vogliono aggiunte da poi, cioè dopo ricavato il Mappamondo dall’e-sotiche Tavole suddette, dovea per una parte ricordarsi il Ramusio ciò che a discolpa di tali difetti ne’ Libri di Marco Polo egli scrisse nella Prefazione a questi, e per 1’ altra avrebbe potuto ammirar anzi il riserbo, e la cautela di Fra Mauro circa le cose strane, e fuor di credenza, come ne’numeri 9., i5., 16., e massime nel 33.; e altronde la novità delle relazioni, e l’impossibilità di tutto bilanciare in que’ tempi di grandi meraviglie di leggieri giustificano ciò che riferì alle volte di strano. 142. Restituito immobilmente a Fra Mauro il merito, e titolo di vero Autore, ed alla 'sua Mappa la costante sua integrità, ed atterrato così il duplice obbietto nel testo Ramusiano compreso, giova adesso, non per necessità, ma solo per erudizione, chiamar a critico vaglio l’esistenza delle Carte Cataine. Io per me, siccome tra i pregi del nostro Cosmografo conosco quello d’ aver cercato i fon-