••-»ex: 160 ti più puri, e più pregevoli di scritti, di carte, di relazioni per trarne giovamento nel grandioso suo lavoro, così amerei che di cote-ste Carte eziandio servito si fosse, come con altre usò, mentre in tal caso la nostra Mappa ci avrebbe almeno conservata alcuna traccia, o piuttosto memoria di tali esotici monumenti preziosi; male madornali falsità riscontrate fin ora nella testimonianza del Ramu-sio, non formano la più favorevole disposizione a credere nemmeno di coteste Carte la verità. Il Collina più volte citato, che fu il primo a vendicare di proposito 1’ onore di Fra Mauro nelle sue Consid. sopra V orig. della Bussola, p. a., c. 4., non solo mostra esser egli vero Autore del nostro Mappamondo, ma dubita fortemente della stessa esistenza delle Tavole Gataiue, e poco dopo il Foscarini delle nazionali cose investigatore diligentissimo, a chiare note e riconobbe Fra Mauro come vero assoluto Autore, senza far motto di Carte dal Polo recate, e generalmente confermò quanto il suddetto Collina avea scritto in tale argomento, dicendo, dopo aver nominato il Ramusio, e suoi seguaci, che con più esatte, e sicure notizie esso parlato ne avea. Letter. Venez., pag. 4T9- IJ° stesso sentirono i nostri Annalisti nel Tom. VII. Non avvene in fatti altro indizio, che 1’ accennata relazione dell’ Orlandini al Ramusio, cU aver ciò inteso da » vecclij Religiosi di questo Monastero. E’ poi da notarsi eh’ era scorso allora mezzo secolo dopo morto Fra Mauro, cui forse appena conobbero anche pel nostro costume di non esser addetti ad un sol luogo, coni’ era forastiere anche l’Orlandini, ed oltre due secoli dal ritorno di Marco Polo dal Catajo, senza che nè egli, nè altri in sì lungo intervallo, in tanta fama, e contrasti su’ di lui viaggi, in tanto studio, e lavoro di Carte idro-geografiche massime in Venezia, e nemmeno Fra Mauro, che pur cita altre distiate Carte, e disegni da se usati, nè dicano motto, e ce le diano a riconoscere; e mentre i Forastieri venivano ad ammirar la nostra Mappa qual miracolo, niun passo, niun cenno si facea pegli originali recati dal Polo. Sembra appunto, che per essere troppo vaga, e senza appoggio tal relazione ( coni’ era facile in quel secolo di poca critica, e nella celebrità di Marco Polo d’attribuir ad esso, e carte, e nozioni che le contrade da lui visitate ricordavano ), siasi limitato il detto Orlandini ad asserire soltanto d’aver ciò inteso a dirsi, Sebben più fiate abbia di tal argomento favellato con Ramusio; e questo stesso col non darci verun’ altra notizia di tai Carte fuor v ' \