pur eli riflesso è ciò, che delle correnti in quel mare si espone pienamente conforme al vero. Dell’Isole poi al Sud-Ovest del mar Indiano, non che di certe note relative alla ferma opinione del nostro Autore che il mar Indiano fosse Oceano comunicante coll’Atlantico, all’opposto di ciò, che nelle Tavole del Tolomeo di Bologna, di Roma, di Ulma, e del Berlinghieri di quel secolo si vede, ove tal mare come chiuso si rappresenta, parleremo al fine del Capo susseguente per l’Africa destinato, num. iai., 124., ec. 99. Non si passino però sotto silenzio iti proposito di questo rrwìr d’India alcuni riflessi sulle navigazioni d’ allora, che la nostra Mappa ci esibisce. In vedervi segnate le varie preziose merci d’oriente, non che le scale di commercio sì marittime, che continentali eseguite per opera specialmente de’ Veneti, si scorge che non solo sono questi benemeriti d’ aver di nuovo aperta la comunicazione coll’ India, rinovando i viaggi sì celebrati de’ Cartaginesi, de’Greci, de’ Romani, de quali si vegga la sopra riferita Opera del P. Paolino Viaggio alle Indie, c. 7., ma inoltre d’aver annunziato all’Europa il Catajo co’ suoi allettanti prodotti, colle Isole, e col Mare, in un colla duplice via d’ arrivarvi, e terrestre, e marittima!: il che il genio discuopritore de’ secoli susseguenti qual prima scintilla allumò, ed accese, cui esca non lieve somministrò il nostro Cosmografo, come ai numeri 121., e 122. 100. Desuntesi parimenti dal nostro Planisfero, che a generosi viaggi cimentavansi i Nocchieri di quell’età, come da quelli del Polo, e del Conti è manifesto; e sebbene ancora appo il volgo la chimera vigesse, che coll’avanzarsi di soverchio al Sud, perigli di smarrimento fra le tenebre s’ incontrassero, come adattandosi al comune linguaggio, usato anche da Cosma Indopleuste, 1. 2., scrisse il nostro Autore, num. 29., pure egli stesso ci avvisa dell’unione del mar cl’ India coll’Oceano Atlantico, num. 3o., e reca la sperien-za della Nave Indiana che voltò intorno 1’Africa verso Ponente, num. 39.5 e con ciò dà a conoscere essere al di là della punta d A-frica le così dette tenebre temute, le quali, anziché a densissimi vapori oscuranti il sole, come dice l’Indopleuste, riferire si possono alla maggior durazione della notte, che nel solstizio del Cancro si prova quanto più si procede al Sud, siccome regioni di tenebre abbiam veduto chiamarsi le più vicine al Nord, od anche alla naturale temenza di perdersi errando dopo le moleste correnti no-