— iiS — dalla natura sono, del resto, accolti in questo modo. La leonessa in fregola fugge davanti al leone. Anche il mare è in caldo. Da ciò il suo tremito. [/immenso sposalizio si sta per compiere. Quel matrimonio, come le nozze degli antichi imperatori, si celebra con uno sterminio. È una festa accompagnata da disastri. Intanto i venti arrivano di laggiù, dal largo, dalle inespugnabili latitudini, dal livido orizzonte delle solitudini, dal fondo della libertà illimitata. Fate attenzione : ecco l’evento equinoziale. Una tempesta si complotta. La vecchia mitologia intravvedeva individualità indistinte frammiste con la grande natura diffusa. Eolo se la intende con Borea. L’accordo dell’elemento con l’elemento è necessario. Si distribuiscono il lavoro. Vi sono impulsi da dare all’onda, alla nube, alle nuvole, alle esalazioni. La notte è un ausiliario. È importante utilizzarla. Vi sono bussole da sviare, fanali da spegnere, fari da mascherare, stelle da nascondere. Bisogna che il mare cooperi. Ogni uragano è preceduto da un mormorio. Dietro l’orizzonte vi sono bisbigli preliminari delle tempeste. Ecco quello che si ode nell’oscurità, in lontananza, al disopra del silenzio sbigottito del mare. Gilliaft aveva udito quel tremendo bisbiglio. La fosforescenza era stata il primo avviso; quel mormorio il secondo. Se esiste il demonio Legione, indubbiamente è il vento. 11 vento è multiplo; ma l’aria è una. Da ciò questa conseguenza : ogni uragano è misto. L’unità dell’aria lo esige. Tutto l’abisso è implicato in una tempesta. L’oceano intiero è in una burrasca. Vi entra in linea e vi prende parte la totalità delle sue forze. Un’onda è il baratro di giù; il soffio è il baratro di su. Aver da fare con una tormenta è lo stesso che aver da fare con tutto il mare e con tutto il cielo. Messier, l’uomo della marina, il pensoso astronomo della loggetta di Cluny diceva: « Il vento di tutte le