— 26 — ascensione recente degli strati di argilla, nati dal travaglio dell’universo, li il teatro dei drammi compiuti sotto i mari si eleverà di continuo sulla sua propria tomba ove rimarrà indelebile l’impronta dei dolori e dell’angosce dell’umanità. Ma non tutte le creature abissali rimangono sul fondo. Ve ne hanno che nelle notti illuni inondano la superficie del mare di luce fosforescente. Da qualunque strato di acqua pervengono, la loro moltitudine non appare prima della mezzanotte : massa animata e scintillante, cangiante a seconda dei reciproci urti. Stupenda per il numero delle specie, stranamente varia per la configurazione estetica degli individui, la fauna pelasgica è un’onda animata che di notte gira gli oceani, mentre nel suo grembo la lotta senza tregua e senza mercè continua. Bene a ragione i pescatori costieri distendono i loro tramagli al crepuscolo, e li salpano all’albore del mattino, cioè durante le notti, perchè nelle ore notturne salgono verso la superficie gli abitatori degli strati profondi attratti dalla luce astrale, avidi di cibo e desiderosi di accoppiamento. Son quelle le ore delle caccie sfrenate che gli squali delle diverse specie, i tonni, i delfini, i gadoidi e le razze danno alla fauna meno robustamente armata. Più in basso ha luogo la tenzone tra giganteschi mammiferi marini provvisti di forte dentatura (capidogli) ed i cefalopodi dai forti tentacoli nei quali si allineano fitti i ranghi delle potenti ventose dal cui centro di ciascuna sprigionasi un’unghia retrattile, consimile a quella dei maggiori felini. La natura provvida ha conformato la mascella superiore del capidoglio in guisa che presenti un alveo in cui il dente della mascella inferiore si addentra nell’atto di mordere. Così allorquando le due mascelle premonsi reciprocamente serrando il viscido tessuto del cefalopodo, questo non può ritirarsi dalla bocca dell’avversario. Ma con i tentacoli rimanenti (sono 8 in tutto) il cefalopodo contrassalta, sforzandosi di avvicinare le due mascelle del nemico con lo scopo di soffocarlo. Battaglia senza un