nella Imperiale Biblioteca di Vienna, Onofrio del Campo, sopraintendente alle fortificazioni dal­mate tra il 1556 ed il 1660 a tempo del provve­ditore generale Bernardo, così si -esprime sul va­lore militare di Sebenico: « questa piazzaforte ­eili dice -è di magllior conseguenza d'ogni altra, e che importa di ben fortificarla, perchè le cadesse in mano dei turchi sarebbe in peri­colo Venezia ed Italia... » l turchi, egli aggiunge « vi potrebbero fare un valto arsenale e costruir flotte in quantità, per la facilità d'aver legnami dalla Bucovizza, e ferro, e pece e canapi, che hanno nelle terre loro l). Non solamente Roma, dunque, aveva inteso nella giulta misura il valore Itrategico enorme che la cOlta della Dalmazia racchiude. Nella aua dominazione più volte centenaria la Serenissima era di questo valore incrollabilmente persuasa: e per esso, più che per altro -chè in quei tempi non si facea questione di nazionalità nè v'era bisogno di difendere una civiltà remotissima an­che dalle giovani rapacità slave rispettata e ac­cettata -e forse soltanto per esso difendeva le sue posizioni dell'Adriatico orientale che doveva essere ed era -esclusivamente -il suo golfo. Per Sebenico, poi, fortificava la vigilanza e la resistenza la superba configurazione dell'Estua­rio: ampio, chiuso, profondo, naturalmente mu­nito, difeso al di là della sua breve bocca da una formidabile corona d'isole e di scogliere contro cui s'infrangeva inesorabilmente la po­tenza di qualsiaai vasta armata nav3.1e . • 158·