— 27 — grido, senza testimoni, in cui il cefalopodo studiasi troncare al mammifero il respiro e così procurargli la morte. Talora i balenieri che hanno trafitto a morte il capidoglio riscontrano sul suo enorme grugno certe cicatrici di colore biancastro. Esse sono le stigmate ancor visibili quantunque cicatrizzate, lasciate sulla Una grossa preda del mare. pelle dagli unghioni e dalle ventose del cefalopodo abissale, il leggendario Kraken, la piovra Victoru-ghiana, l’Octopus dei naturalisti. Sono la prova che esso non è riuscito a sottomettere l’avversario ma che ne fu divorato. Spunta il giorno sul mare, ad un tempo campo di battaglia e talamo nuziale. Rientra nel profondo la fauna. Le onde trascinano corpi disfatti di morti e corpi agonizzanti di feriti. È l’ora in cui gli uccelli dell’aria entrano in campo. Lo sguardo acutissimo e linceo fa loro distinguere quella preda altrettanto inerte quanto abbondante, e con alte e stridule voci fami-