Tra i due limiti io ho percorso le terre in que­sti giorni, soffermandomi di quando in quando nelle città e nei borghi che potevano offrire qual­che notevole elemento alla mia indagine varia. Nè viaggio più lieto potea compiere in quest'ora, se da esso ho avuto per molti dubbi e per molti timori n conforto di constatazioni magnifiche e rassicuranti. È per il primo certo che i cannonieri del ne· rnico non debbono godere di molta serenità. Non uno degli scopi che i comandanti s'erano imposti, è stato infatti raggiunto: non uno dei bersagli colpiti. Più d'una volta ho potuto ve­dere ripe di strade maestre sgretolate dai ripe­tuti colpi delle artiglierie. e buche nei vasti greti dei fiumi, accanto alle foci. Ma i ponti contro cui i proiettili etano sca!lliati, i larghi e comodi ponti aperti sul mare, visibili a occhio nudo dal mare, son rimasti sempre intatti, e sovr'esai cotidianamente paasato, senza una sola interru­zione, il febbrile corteo dei convQRli recanti alle frontiere del settentrione. le armi. i le vettova!llie: conducenti da provincia a provincia i via!l!liaton come sempre tranquilli. Dopo tali prove e naturale che le popolazioni vivan fiduciose e rene, anche se talvolta ab­biano paQ'ato con qualche morto e con qualche casa cronat !lli errori del1'aQ'Q'Je'l'lOte. natu­rale anche che i buoni territoriali, posti di senti­n 11a lunQ'o la strada ferrata.sui viadotti. e al­l'imbocco delle lerie. sorridano al treno che pa.sa, al )un!'(o fucile. su cui la baio­netta innaetata mette una specie dj fierezza ero­ -31 •