Si vede dal genere del suo movimento, dagli autocarri che la percorrono in tutti i sensi, carichi di merci, dalle numerose banche che vi hanno piantati le loro sedi, dai palazzi delle società di assicurazione dai grandiosi negozi che distendono la tentazione delli loro mostre lungo i corsi Vittorio Emanuele III e Ga ribaldi e le altre vie del centro, inondandole la sera d luci abbaglianti. E si vede, anche, dal movimento dei suoi porti, e si sente attraverso il fragore de’ suoi can tieri e delle sue fabbriche. Trieste soffre ancora oggi delle condizioni diffidi che la guerra ha creato in tutto il mondo, ma special mente ne’ paesi che della città nostra si servivano come porto per i loro commerci; tuttavia essa è destinata indubbiamente a riprendere il posto di prima, nel servire, quasi, da porto di comunicazione tra l’Europa centrale e, in parte, 1’ orientale, e i paesi del Levante dell’ Estremo Oriente, dell’ Africa, delle due Ameri che, dell’ Australia. Un grande avvenire 1’ attende, non certo inferiore al suo passato. * * * Trieste non è Roma, Firenze o Venezia; ma una città prevalentemente moderna. La città vecchia vi occupa uno spazio non Siiolto grande. Essa scende per il versante della collina di S. Giusto, e si dilata in giù verso il Corso V. E. Ili, la Piazza dell’ Unità e la via di Cavana. Pieno di una bellezza serena è il piazzale su cui sorge la cattedrale di S. Giusto, uno de’ più gloriosoi monumenti della nostra latinità.