Era allora tempo in cui venÌa proibito non soltanto anelare all'Italia madre, ma sperare dal­l'Ungheria stessa un male meno acerbo di quello che i croati saturi di barbarie recavano. La fiam­ma sacra della stirpe veniva in ogni guisa sof­focata e oscurata. E cominciò in quegli anni la lotta feroce contro la lingua di Dante che pale­semente fu combattuta dalla gente ·soverchiatrice nel 1861. In quell'epoca fu mosso il primo assalto alle scuole. Ed il comune cosÌ levò la protesta rivolta aU'insensibile e lontano imperatore, sacro alla tragedia ed alla sciagura: cc Si scorge a piena luce, la fin ora palliata ten­denza di voler in Fiume introdurre a viva forza, nelle pubbliche scuole, la lingua croata, onde cosÌ, seminandO nei cuori infantili zizzania con­tro la lingua italiana, che è pur quella che si parla sino da che Fiume esiste, formar giovinetti nemici alla propria città nativa per secondare poi incauti le altrui arcane velleità. Maestà sacra­tissima( I) non è questo il momento, e él'altronde sarebbe superAuo dimostrare ciò che è univer­salmente noto, esser cioe l'idioma italiano da 8ecoli la lingu della scuola, del Foro, del com­cercio, di ogni pubblico e privato convegno, in­somma essere la lingua del paese ed uno dei principali veicoli cui attribuire devesi éd il grado di sua coltura e del suo progresso commerciale ed induetriale. Quindi gratuita riesce la dimo­strazione di quanto pregiudizio sarebbe ogni di­spesizione con cui si tentasse di dare il bando od assegnare un'angusta cerchia alla lingua del­ -176