quegli esseri famelici irrazionali che alcuni cre­dono (1). • E dunque per concludere: il pnnclplo pura­mente nazionale sulla sponda orientale adriatica vale su per giù fino a Fiume e a Zara per l'Italia; fino a Cattaro e a Ragusa per la Serbia (com­presa la Bosnia-Erzegovina). Per tutto il resto della Dalmazia e per tutta la Croazia-Slavonia, i due diritti nazionali si trovano di fronte a un ostacolo enorme: croati e l'Austria. Noi, per la Dalmazia, abbiamo il dovere di ricordare che la sua storia, la sua civiltà, il suo carattere è italiano, che fino a pochi anni fa la sua stessa realtà linguistica era italiana, che ancor oggi le minoranze italiane s'affermano valorosamente, mentre sempre più si fa sentire in Dalmazia l'in­fluenza del capitale e della mano d'opera italiana regnicola. D'altro canto i serbi hanno il diritto di valersi della parentela loro con i croati per dare una base solida al loro imperialismo. Ra­gioni a nostro favore; ragioni a loro favore. Im­perialismo nostro contro imperialismo loro. Ma soltanto il nostro esercito può dar consistenza alla loro speranza imperialistica jugo-slava. Senza (1) Quando Siataper arrivava a queste conclusioni non erallG ancora avvenute, per la questione dell'Adiatìeo, le manifesta­zioni anti italiane degli agitatori panserbi. Egli apprese le .m ... date rìehieste di questi irrespon8abili, mai sconfessati dal ge­verno di Belgrado, quando venne a Roma dopo la sua ferita di Monfalcone. Ne perlava con disgusto. Le prime p4.,bbjica­ zioni fugo-slavi lo acCesero di sdo. era una musiohe che entro alla sua anima. 258