il terrore, l'era visto accogliere da una rafllc.a di acciaio impreveduta ed implacabile. Dopo una lamentevole resistenza le sue veloci navi respinte, colpite, sbandate avevano dovuto riprendere la via del ritorno e, in triste corteo, rifugiarli a Pola, recando sulla tolda qualche dilacerato cadavcn caduto senza gloria e senza fortuna. Così questo assalto a Porto COTsini si trasformò per l'armata dell'Austria nel più duro in8ucceuo fino ad oggi subìto. Organizzato con minutiuima cura, eseguito con la certezza assoluta di cogliere la costa indifesa, si trovò di fronte a una ostilità mirabile e finì con lo scompiglio e con la disfatta. Nè mai. da quel giorno, squadre nemiche hanno più osato di ritentare la prova . • Eppure la prova non era ardua. Ancora. in­fatti, quasi tutta la nostra cOltiera adriatica è alla mercè dell'altra sponda. In due ore una nave leggera, in tre ore una grande nave da battaglia possono piombare sulle nostre città litoranee, al­saltarle e ritrarsi prima che giunga il IOCCOTlO della nostra Botta. on invano da Venezia a Brin­di.i corre una linea di 385 miglia marine che nea.­Buna base rafforza: mentre di contro minacciano Pola, Fiume. Sebenico, Cattara. formidabili pun­ti di offesa e di concentramento. e "allungano gli innumerevoli canali dell'Arcipelago di Dalma­zia. e tra la costa dalmata e le Ìlole .i ltendono tratti di mare inviolabili. capaci di contenere« di