che si meritò il nome di flagello di Dio. Distrutta Aquileia, i barbari trovarono aperte le porte d’Italia e indifese, e di qui penetrarono genti germaniche e slave e mongoliche, tutto depredando e distruggendo. La Strada Ita si chiama strada Ungaresca, a ricordo di una delle invasioni che più colpirono la mente del popolo per le rovine di ogni genere che lasciò dietro di sè. Nelle plaghe ridotte deserte più volte, i feudatari cercarono di portare coloni, e fra questi vi furono dei pastori i quali fermarono la loro sede in molti luoghi che vanno da Palmanova al Tagliamento, nella direzione di Codroipo. La venuta di questi Slavi è testimoniata dal nome (come Slaonicco, Paisian Schiavonesco, che ora si chiama Basiliano, ecc.) di qualche villaggio, e forse da qualche carattere della popolazione di alcuni di questi villaggi. Per ogni altro riguardo gli stranieri furono rapidamente e completamente riassorbiti dalla popolazione latina che abitava il Friuli, in modo che in tutta la zona non v’è traccia di gente che non sia ormai da parecchi secoli friulana. Bel segno della forza di resistenza e di conquista spirituale del latino in confronto dei barbari. Del resto sarebbe troppo lungo elencare le distruzioni, le devastazioni, le rovine che’ tutta questa zona ebbe a subire attraverso i secoli da barbari e da nemici. Basti ricordare che la funzione di difesa che aveva avuta Aquileia fu assegnata dai Veneziani prima alla fortezza di Gradisca, poi, dopo caduta questa nel 1516 in mano degli imperiali, alla nuova fortezza di Palmanuova, la cui costruzione fu cominciata nel 1593 secondo le migliori regole dell’arte di allora e quindi colla pianta a guisa di stella a nove punte. A vederla disegnata su una carta pare veramente la più bella città