— 128 — Forogiulio, e doveva la sua prosperità al trovarsi allo sbocco di una delle grandi vie che conducevano al di là delle Alpi. Già ; avevamo dimenticato di dire che la ferrovia di Cividale trova la sua prosecuzione in un tram a vapore, che conduce su per la valle del Nati-sone fino a S. Pietro, e poi a Caporetto nella valle del-1’ Isonzo, dalla qual valle poi si esce per diverse vie, che impareremo a conoscere in seguito. Dopo il flagello di Attila e dei tanti barbari che lo seguirono, Forogiulio acquistò grande importanza sin da quando vi affluirono i profughi di Aquileia ; in seguito divenne una vera e propria capitale. I Longobardi, che erano anch’essi barbari, ma che si incivilirono presto, la eressero infatti a capitale di un Ducato, il quale arrivava nientemeno che fino a Verona. Il suo nome passò allenterò Friuli (Forogiulio) : a lei bastava chiamarsi la città ; giacché altro non significa il nome di Cividale : altre vere città non esistevano nel vasto paese desolato dalle guerre e dalle invasioni. Per secoli essa fu il vero capoluogo civile e religioso del Friuli, finché Udine, ingranditosi per le sue condizioni geografiche che meglio ne favorirono lo sviluppo, divenne, come sappiamo, prima sede del patriarcato e poi del luogotenente veneziano. Cividale conserva preziosi documenti del suo antico splendore : le vecchie mura, il duomo, il tempietto longobardo. È questo una rarità del genere, perchè quella gente curava più le arti della guerra che le arti belle. A Cividale nacque poi il grande storico dei Longobardi, Paolo Diacono. La città, graziosa anche nella parte moderna — in virtù della sua posizione fra i primi colli che recingono la pianura friulana e allo sbocco della valle del Natisone — è mercato jf»tevole e centro attivo anche nel campo industriale.